Sto pensando al passato, al presente e al futuro. A chi consegneremo il futuro dei nostri figli, ai nostri nipoti. Sto pensando a ciò che é stato, al florido periodo degli anni 50, 60,70. Quando l’economia era al massimo, quando le famiglie erano al centro, e quando ci si alzava ancora per dar posto ad un anziano. Nessuno si sognava di dare fuoco a un senza tetto. Nessuno applaudiva dietro una bara. Le comunità scientifiche ancora si confrontavano. I tuttologi non erano ancora nati, e i politici ancora studiavano…
Le cose avevano ancora il loro vero nome e i nomi erano in lingua italiana. L’orgoglio di essere italiani riempiva ancora i cuori dalla prima elementare. Un grembiulino, un fiocco, uno scudetto sul petto, erano già un traguardo. L’insegnante valeva come fosse un genitore. Un genitore attento anche a un solo sguardo, un genitore severo che quando era necessario uno scappellotto non lo lesinava. La scuola e la famiglia in concerto, ci spiegavano la società, e le sue regole da rispettare. Quegli anni in cui si andava dal vicino e non in banca per un prestito di quattro cinque mila lire, e si restituivano a fine mese presa la paga. C’erano ancora i piccoli negozzi del pane, della frutta, della carne. C’era la salumeria, che tenevano i conti di ciò che prendevi, e le nonne sapevano tante storie da raccontare e ancora c’era una volta, e ancora, nel futuro vivevano le speranze. La domenica in molti inseguivano un 13 alla schedina.
E c’èra il buon sugo dalla nonna. Ancora si usava la parola scusami. E oggi siamo a zero. Tutta la tecnologia che abbiamo creato, ha portato solitudini, miseria, perdita di posti di lavoro, disastri economici, guerre, disagi, morte.
Si continuano a creare false notizie che internet sburdagia in pochi giorni. La politica non governa più ma impara solo a ubidire. Gli scienziati non possono scienziare se non sono a libro paga di qualcuno. Gli insegnanti devono stare attenti a non educare troppo e anche i genitori hanno lasciato per strada quei bei ceffoni sonori che ci facevano pensare. Che ci davano l’imprinting generazionale da consegnare ai nostri discendenti. Che futuro ci aspetta ? Meteo artificiale, energia che di pulito ha solo il nome. Medicine futuristiche e generazioni che non riescono a guarire. E ancora una eco riesuma dal passato che l’umanità dava per dimenticata, la parola NUCLEARE. Che cosa abbiamo fatto. Ci siamo distratti sui telefonini, ci siamo ubriacati di social. O forse é questa la vera essenza…. RIMANERE SOLI.
C’era una volta, e adesso non c’è piu. (Sergio Incerrano)